INTERVISTA A FANNY GOLDROSE

martedì 29 giugno 2010

Cari lettori,
l'autrice intrevistata oggi è Fanny Goldrose, una delle Bloody Roses, con il suo libro "Dark Angel" una storia d'amore con tanta suspance che ha come protagonista una ragazza normale Rose contesa tra un angelo e un demone.

L'angolo dell'esordiente presenta l'autrice: QUI
Recensione "Dark Angel": QUI

Ciao Fanny benvenuta nel mio blog Italian Emerging Writers. Ti va di presentarti ai lettori?


Ciao Alessandra, ciao a tutti. Mi presento con piacere: il mio nome è Fanny Di Natale, anche se tutti nel mondo del Web mi conoscono come Fanny Goldrose. Sono una scrittrice ma anche una mamma e una moglie come tante. Di giorno affogo tra le scartoffie dell'ufficio dove mi guadagno il pane ma poi negli spazi che mi ritaglio con cura, adoro scrivere perché mi piace immaginare che dentro le mie pagine i lettori/lettrici possano perdersi e sognare allontanandosi da quella quotidianità che a volte sembra troppo stretta.

Dark Angel è il tuo secondo romanzo e anche questa volta è un romanzo per adolescenti. Come mai scrivi solo romanzi young adult? Non hai mai pensato di scrivere qualcosa per un pubblico di età più adulta?

C’ho pensato sì, penso sempre molto ad ogni cosa. Per ora ho scritto solamente romanzi Young Adult perché tra le età che ho vissuto, quella la ricordo come la più ricca di emozioni e quella in cui ero più aperta ai cambiamenti e disposta a credere nei sogni.

In questo tuo nuovo romanzo ti sei potuta confrontare con tante altre ragazze di tutte le età che ti hanno potuta aiutare nel tuo percorso di scrittura, di pubblicazione e post pubblicazione. Come le hai conosciute e come ti sei trovata nel gruppo delle Bloody Roses?

Tutto è nato da un’iscrizione alla community dell’edwardendbella italian forum dietro suggerimento di una delle Bloody. Sono stata accolta meravigliosamente e una volta loggata ho scoperto un mondo fatto di impegno e costanza, di amicizia e perseveranza, nonché di gran talento, sincerità e altruismo. Per gioco o per sfida verso me stessa ho dato il via a Dark Angel sottoforma di Fan Fiction, mentre in contemporanea leggevo, commentavo e partecipavo alla messa a punto dei lavori altrui. L’investitura non è arrivata subito, ma dopo un periodo di scambio e collaborazione reciproca.
Rimanendo nel tema "Dark Angel" questo è anche il tuo primo romanzo paranormale. Come mai questa scelta e questo cambiamento di genere?

Adoro gli angeli e adoro le storie d’amore. Ho amato Twilight e i suoi vampiri, come amo i protagonisti della saga dei Rochester. Ho voluto provare ad esplorare un mondo e direi che non mi sarebbe potuto piacere di più.

Come mai hai scelto come soggetti angeli e demoni e non ti sei fatta influenzare dai vampiri della tue colleghe?

Venivo da un percorso in onore dei romanzi sugli angeli, ma fino ad ora poco riusciti. Dentro di me sentivo di dovere una storia con i fiocchi a quelle creature con le ali che hanno sempre cercato di uscire dalle mie pagine per farli volare a modo mio. I demoni… Beh! Dove esiste il bianco dev’esserci spazio anche per il nero.

Nel tuo romanzo si può trovare qualcosa di autobiografico? Non solo come aspetto esteriore o comportamenti ma anche come pensieri riguardo ad un certo argomento?

Ho sempre creduto fermamente nel fatto che un libro sia il racconto veritiero o distorto, magari un po’ smussato o arricchito ma delle sensazioni o degli episodi vissuti da chi lo scrive.

Cosa ti aspettavi con la pubblicazione di questo romanzo? Quali erano le tue aspettative? Cosa è stato soddisfatto e cosa no?
Mi aspetto di divertire ed appassionare quanto mi sono divertita ed appassionata a realizzarlo e devo dire che è accaduto più di quanto mi sarei aspettata. Cosa è stato soddisfatto? Certamente la volontà di fare un buon lavoro e constatare che viene apprezzato… Cosa non è stato soddisfatto? Questo lo diranno i miei lettori.

Ti aspettavi un responso da parte dei lettori più che positivo? Perchè e cosa ne pensi?

A dir la verità io cerco sempre di non aspettarmi niente. Sono molto autocritica ma ogni volta che rileggo Dark Angel ci ritrovo tutto quello che speravo di trasmettere quindi penso che se riesci a mettere su carta delle emozioni, chi legge non può che condividerle.

Qual è stata l'ispirazione che ti ha spinto a scrivere dark angel? Quando ti è venuta in mente questa storia e successivamente come l'hai sviluppata?

Tutto è nato da un’immagine scovata in un motore di ricerca. Ho digitato “Angeli” e mi si è aperto un mondo sotto un aspetto che non avevo mai considerato: quello della lotta e della suspance da condire con l’amore che invece gli ho sempre attribuito.

Cosa caratterizza i tuoi angeli e i tuoi demoni? quali sono gli elementi di novità che hai messo in questi due diversi esseri soprannaturali?

Sono essere sovrannaturali ma con una quotidianità dentro cui ritrovo me stessa. Il contesto è quasi ingenuo e l’ambientazione semplice. I personaggi hanno una storia, un punto di partenza e uno d’arrivo che si intrecciano dentro scenari vissuti anche dalla gente comune. Di Daniel ci si innamora perché è un pasticcione, ma con la grinta tra le dita pronta ad esplodere nel momento del bisogno. E Alex? Lui è la trasgressione, la bellezza, la sfida da vincere. Rose invece è tutti noi dentro i suoi panni normali, ma pronta a tirare fuori le unghie in nome della vita e dell’amore.

Dalla prima stesura al testo che i lettori si trovano di fronte durante la lettura è cambiato qualcosa? Ci sono stati dei cambiamenti radicali?

Ci sono stati certo. Ci sono sempre. Il romanzo nasce da un’idea ma poi si sviluppa, si corregge e si perfeziona strada facendo.

Durante la stesura del tuo manoscritto hai incontrato il cosiddetto blocco dello scrittore? Se si come sei riuscita a superarlo?

Nessun blocco, questo no. Mi è capitato però in passato ma non ho mai tentato di superarlo. Se arriva il blocco, archivio e passo oltre cominciando una storia nuova. Ritengo sia inutile accanirsi laddove non si ha più niente da dire.

Hai incontrato altre difficoltà? Come sei riuscita a superarle e a terminare il racconto?

La mia difficoltà più grande risiede nella trama. Rischio sempre di perdermi ma per questo esistono le Bloody Roses. Se finisci la benzina o vai fuori strada loro intervengono sempre riportandoti in pista.

Per scrivere di angeli e demoni ti sei prima documentata?
Non prima. Durante.

Qual è il tuo processo creativo? Fai qualcosa in particolare?

No. E’ solo istinto. Apro una pagina di Word, scelgo un titolo e comincio.

Quali sono gli autori o i libri che ti hanno formata? Quelli che preferisci e che a cui ti ispiri?

Certamente la scuola Moccia mi ha insegnato la semplicità. Adoro i suoi libri ed il motivo principale sono le ambientazioni fatte di vite vissute e di contesti quotidiani. Adoro però anche Cohelo, Tracy Chevalier e sicuramente J.K.Rowling anche se loro scrivono in modo totalmente diverso e meravigliosamente unico.

Mi hanno detto che non ti sei immaginata degli attori per Alex, Dan e Rose. Ora sei liberamente costretta a sceglierne 3 per ognuno dei protagonisti cosicchè io possa placare la mia voglia di scoprire come te li eri immaginati.

Sotto tale costrizione mi piego allora al volere della curiosità, ma tre volti per ognuno sono un po’ troppi a mio avviso… Troviamo un compromesso: ti indicherò un volto per ognuno almeno per dare l’idea e scegliendo rigorosamente attori italiani: per Rose scelgo Martina Stella, per Daniele Kim Rossi Stewart e per Alex Raul Bova… Dei classici ok, ma almeno li conoscono tutti :-P

Qual è il personaggio a cui sei più legata? Quello con cui ti sei più divertita a scrivere?

Sicuramente Rose. Lei è quella che più impersona le mie gioie e le mie paure, i miei successi e le mie delusioni.

Hai blog o siti dove possiamo seguirti?

La realizzazione di un Blog è nei mie progetti più prossimi. Per adesso mi trovate su: http://www.fannygoldrose.com/ e sul forum delle Bloody Roses http://docks.forumcommunity.net/

Quali sono i tuoi progetti futuri? Svelaci un pò di succose anteprime e news.

Ho in progetto la realizzazione del primo libro di una nuova collana pensata dalle Bloody e sicuramente un altro Gothic Romance ma devo ancora decidere se dare un seguito a Dark Angel. Seguitemi, seguitemi, seguitemi e scoprirete tutto!!!!

Questa era l'ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?

Innanzitutto ringrazio i miei lettori che mi hanno seguita ed incoraggiata sin dalle prime battute del romanzo quando ancora era una Fan Fiction. Ringrazio te per questa intervista e per lo spazio che mi hai dedicato e le Bloody che si adoperano ogni giorni perché questa macchina meravigliosa che si è messa in moto continui a macinare chilometri di successi. Sicuramente consiglio di correre ad ordinare i romanzi delle mie colleghe. Sono davvero meritevoli. Raining Star, e i libri in uscita “L’alba della chimera” e “In una gelida rosa” valgono la pena di essere letti e vissuti.

Grazie a tutti e buona lettura…

INTERVISTA A FRANCESCO SCARDONE

lunedì 28 giugno 2010

Cari lettori,
l'autore intervistato oggi ma letteralmente oggi perchè è stato super veloce a rispondere è Francesco Scardone che presenta il suo primo romanzo "Necrophylia". Premettendo che questo libro non è il mio genere ma proprio per nulla ho davvero apprezzato come l'autore ha raccontato questa storia. Dal punto di vista del suo personaggio che racconta la sua vita dei suoi pensieri ma che allo stesso tempo vuole convincerti di essere assolutamente normale. Devo dire che mi ha colpita. L'autore è stato davvero bravo perchè penso sia riuscito in pieno nel suo intento. Detto ciò buona lettura.

Angolo dell'esordiente presenta l'autore: QUI

Ciao Francesco e benvenuto nel mio blog Italian Emerging Writers. Ti andrebbe di presentarti ai lettori?



Ciao a tutti e grazie a te Alessandra per lo spazio che mi lasci sul tuo blog. Chi dire di me? Beh, ho 20 anni e sono napoletano. Scrivo da quando ne ho 5, credo ed è dall'epoca che non ho voluto nè saputo fare altro. Necrophylia è il mio primo romanzo. Per quel che mi riguarda amo tutto quello che viene fuori dalle budella, amo i racconti viscerali. Amo le anime tormentate. Odio qualsiasi tipo di accademismo e sono convinto che la parola intellettuale sia la più brutta parola del nostro vocabolario. Mi piace, nell'arte, stare a contatto con persone sincere che si mettono in gioco fino in fondo e che non tralasciano niente di sè, dalla parte più nobile alla parte più abbietta. Ammiro quelle persone che riescono a raccontare il proprio dolore senza censure, senza aver paura di soffrire ancora di più nel raccontare. Nella vita di tutti i giorni mi si può trovare un minuto a leggere Dostoevskij e il minuto dopo a guardare una puntata del Grande Fratello. Mi sento di dire, quindi, che sono un tipo abbastanza vario!^^


Il tuo primo romanzo è Necrophylia che hai scritto alla giovane età di 19 anni. Qual è stata l'ispirazione che ti ha portato alla stesura di questo manoscritto?

Di solito quando comincio a scrivere una cosa l'ispirazione parte da un flash che mi è passato per la testa. Anche per Necrophylia è stato così. Da quel flash comincio a lavorare per tirare fuori qualcosa di concreto. Di solito cerco sempre di sviluppare le mie storie nel modo più grottesco e paradossale possibile. Cerco di tratteggiare storie e personalità al limite che, però, nella loro apparente follia cerco di avvicinare il più possibile alla esperienza comune di tutti noi. Mi piace mettere in discussione il sentire comune. Non dare mai niente per scontato. Mi piace provocare e lasciare il lettore sull'abisso di un baratro, togliergli, almeno cercare di farlo, tutte le sue certezze, le sue sicurezze. Mi piace destabilizzare. Miro, quando scrivo, a lasciare al lettore, una volta finito di leggere, una sensazione di malessere alla bocca dello stomaco, un senso di angoscia che lo porti ad interrogarsi.

Come è nata l'idea di scrivere di un argomento così diverso e fuori dagli schemi per certi versi. La necrophylia. Non ci sono molti romanzi come il tuo. Perchè questa scelta?


Beh, il tema non è certamente dei più comuni. La spiegazione alla tua domanda la trovi in parte nella mia risposta precedente. Oltre quello devo dire che ho una fantasia molto macabra e le tonnellate di film horror che ho visto hanno sicuramente lasciato il segno. Poi, in ogni caso, ai fini della storia dovevo associare la cosa più viva che ci fosse(il sesso) alla cosa più morta che ci fosse(appunto la morte stessa).

Nel romanzo il protagonista vuole a tutti i costi convincere il lettore che quello che fa è normale. Descrivi la sua perversione sessuale come la normalità. E' stato facile o difficile per te immedesimarti nella psiche del tuo personaggio, cercare di capire i suoi sentimenti e i suoi pensieri per poi scriverli?


Beh, a dire il vero, nessuna vera e propria difficoltà. Ti spiego meglio. Io la vedo così: per me il protagonista di Necrophylia non incarna semplicemente un necrofilo, non a caso mi ritrovo in molti dei ragionamenti che egli stesso fa. Attraverso il personaggio principale ho cercato, non so se riuscendoci, di descrivere quello che credo ogni uomo debba sentirsi dentro. Logicamente quello che ogni uomo ha dentro scavando sotto tutte le patine sociali e civili delle quali continuamente si fa vanto. Se l'uomo riesce a liberarsi di tutte le sovrastrutture di cui si circonda non può non rendersi conto dell'istinto di autodistruzione che gli è proprio. Difficilmente lo accetterà, però, me ne rendo conto.

Qual è il messaggio che vorresti dare ai lettori che leggono il tuo romanzo?


Non amo trasmettere messaggi nelle storie che scrivo. Quello che più mi preme è instillare il dubbio, far nascere la domanda. Non amo molto la letteratura morale che ha come unico obiettivo quello di insegnare qualcosa al lettore. Per me lo scrittore non deve insegnare, deve solo raccontare e mettere in gioco completamente il proprio io.

Il romanzo è scritto il prima persona. C'è qualcosa di autobiografico come pensieri, azioni, emozioni che si rispecchiano anche in te?


Logicamente la storia in sè non ha nulla di autobiografico. Però molti dei pensieri del protagonista sono i miei. Non tutti, a dire il vero. In verità c'è una piccola parte di me in ogni personaggio che descrivo. E' così di solito che faccio: cerco di scompormi e lascio un pezzo di me in ognuno dei miei personaggi.


Come descriveresti il tuo romanzo utilizzando un aggettivo? Perchè?


Beh, direi sicuramente grottesco. Se posso usare il secondo direi malinconico. Grottesco di certo per quello che descrive e per il cinismo con cui lo fa. Malinconico perchè dietro l'apparente grande cinismo si nasconde una profonda tristezza e, appunto, una dolce malinconia.

Che legame hai con il tuo libro? Cosa ha significato per te scrivere Necrophylia? Ci sei particolarmente legato?


Beh, è il primo romanzo, dopo vari tentativi, a cui sono riuscito a scrivere la parola fine. Solo per questo già ci sono molto affezionato. Segna per me un momento importante: quello in cui faccio uscire i miei scritti dall'hard disk del pc e provo a mettermi in gioco. Anche per questo significa molto. Poi, come in ogni cosa che scrivo, anche in Necrophylia ho provato a mettere in gioco una parte di me e a "vomitare" le angosce e i sentimenti che mi sento dentro.


Com' è stato il tuo processo di pubblicazione? La tua ricerca di una casa editrice?


Beh, quando ho pubblicato Necrophylia ne sapevo veramente poco del mondo dell'editoria. Ho firmato uno dei primi contratti che mi arrivarono. In ogni caso, ora che ho un pò più di esperienza, non posso non accorgermi di quanto complicato sia questo mondo e di come sia difficile muoversi al suo interno.


Quali sono i tuoi autori e/o libri preferiti? Quelli che ti hanno formato?


Amo molto la letteratura americana. Come riferimenti non posso non citare Palahniuk, Kerouac, Ellis, Roth. Alcuni scritti francesi, soprattutto quelli più esistenzialisti, per esempio Sartre, mi affascinano molto. Tra le nuove scoperte ho da poco letto un paio di romanzi dell'italiano Trevisan e mi ha colpito molto. Poi non posso non citare il mio scrittore preferito, Dostoevskij. Un uomo ed uno scrittore senza pari, la cui personalità mi ha sicuramente influenzato moltissimo.


Dove possiamo seguirti? Hai blog o siti?


No, non ho niente del genere. Però cercando sul web si possono trovare diverse informazioni su Necrophylia. Diciamo che sto cercando di farlo conoscere in giro il più possibile.


Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci puoi svelare qualcosa?


Ho da poco ultimato il mio secondo romanzo e sono alla ricerca di un editore. Anche questo, come il primo, è a forti tinte pulp, molto forte e diretto come Necrophylia e cinico allo stesso modo. Il titolo provvisorio è "Schegge".

Questa era l'ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?

Beh, auguro a tutti buone letture. Spero che il mio Necrophylia vi abbia incuriosito almeno un pò, non è, certo, il solito romanzo, ma superate le prime ritrosie di fronte ad una trama così forte, se gli darete fiducia, credo, vi potrà riservare qualche buona sorpresa. Ciao a tutti!^^
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