INTERVISTA A FEDERICA RAMPONI

domenica 28 marzo 2010

Cari lettori,



l'intervista che segue è stata fatta a Federica Ramponi, autrice del libro che ho recensito anche nel mio blog Diario di Pensieri Persi "L'erede di Vitar".
Vi consiglio il suo libro perchè nonostante non sia molto lungo è stata veramente una lettura piacevole e Federica è davvero una persona simpatica e disponibile!










Ciao federica, hai voglia di presentarti ai lettori? Parlaci un pò di te.
Ciao Alessandra! Innanzitutto, grazie per il tuo tempo! Mi chiamo Federica Ramponi, classe 73, diploma in lingue, mamma (Elena di 6 anni e Alessandra di quasi 3), moglie di Fabio, impiegata, cantante e scrittrice a tempo molto, molto perso. Tutte queste attività si sono accumulate nel corso degli anni, e sono una la conseguenza/causa dell'altra. Prima di conoscere mio marito cantavo nei pianobar, poi ho smesso perché sono arrivate le bambine e allora ho cominciato a scrivere perché in maternità avevo un po' di tempo libero e l'ispirazione. Adesso che le pupe sono svezzate ho ricominciato a cantare proprio con Fabio, però non voglio smettere di scrivere, ma mi rendo conto che il tempo a mia disposizione è scaduto… quindi sono lenta: sono ferma a pag. 119 del nuovo romanzo da almeno un mese. Però in testa c'è tutto, e molto altro! E poi Elena è una gran palestra: mi chiede in continuazione di inventarle delle storie! Adoro leggere, soprattutto fantascienza, fantasy e gialli: ogni tanto guardo la libreria e penso che ci metterò fino al 2035 per leggere tutto, ma non perdo le speranze! La casa è perennemente in disordine e il caos regna sovrano, però le pulizie di base le faccio…


Cosa ti piace del genere fantasy/fantascienza? Perchè hai deciso di scrivere un libro proprio su questo genere letterario?

Fin da piccola guardavo Star Trek con mia mamma, e sempre con lei i film con Cary Grant, Doris Day, Audrey Hepburn… quei bei film anni '50 carichi di sentimento, così romantici! Nella mia testa si deve essere creato un mix latente fino a oggi! Della fantascienza mi piace quasi tutto, tranne quella più violenta o splatter, quindi largo a Star Trek, Star Wars, Asimov, Silverberg, Wells, Verne, i classici dell'Età d'Oro, ma anche certo Dick e altri più moderni, però al momento sono un po' poco aggiornata. Mi piace come descrivono la nostra possibile vita da qui all'infinito, l'incontro con altre civiltà, non solo le scoperte e le invenzioni, ma anche i cambiamenti della società, le conseguenze a cui possono portare determinati comportamenti reali, il quadro, ottimista o pessimista, del nostro futuro se non fermiamo in tempo lo spreco, la violenza e la cecità delle nostre azioni. Fa riflettere e critica la società moderna senza che nessuno possa frenarla, perché non sta parlando del governo di una data Nazione, ma del tiranno del pianeta XYZ. Ha superato la censura varie volte in questo modo. Del fantasy, che peraltro può avere la stessa valenza in certi casi, mi piace invece l'evasione totale, il sogno, la dimensione onirica delle sue rappresentazioni e la magia che pervade le narrazioni.
Il mio romanzo si basa su un sogno, e finché non l'ho fissato su "fogli virtuali" non ne ha voluto sapere di mollarmi! Nel mio subconscio si dovevano essere mescolati un po' di storie d'amore dei vecchi film e astronavi guidate da alieni dalla pelle blu, ed ecco un romanzo che unisce i miei filoni preferiti!


Dato che hai accennato al tuo romanzo, ci parli un pò de "L'erede di Vitar"?
E' un fanta-harmony: come disse una volta mio babbo, puoi aver scritto solo una storia d'amore fra le stelle. E ci ha preso!
E' un po' come se mi fossi raccontata una favola: la principessa Feri, del pianeta Vitar, vissuta in quasi completo isolamento, al compimento del 21° anno deve scegliere il suo futuro sposo fra quelli proposti all'interno di una cerchia ristretta ai principi dei pianeti della Lega di Lletyo, una confederazione di pianeti più o meno simili per tecnologia e tradizioni. Purtroppo uno di questi, Drel, bara, nel senso che plagia i genitori di Feri affinché la scelta sia quasi obbligata, e quando lei scopre che Drel ha un'amante e che questa l'ha probabilmente aiutato nel loro assassinio, cerca una scappatoia legale a questo matrimonio forzato. Il Primo Ministro l'aiuta: deve cercare un contendente da opporre a Drel, che vanti diritti sulla successione al trono, ma lei compie un errore di rotta e precipita sulla Terra, arretrata e quindi non molto studiata su Vitar. S'imbatte in Jason, un terrestre che fa parte di un'associazione governativa per la ricerca di vita extraterrestre (COSS), innamorandosene al primo sguardo. Per evitare di essere tenuta sotto osservazione dal COSS, assume l'identità di una terrestre appena deceduta e si adegua in fretta alla sua nuova vita, ma deve cercare di ripartire in fretta altrimenti Drel la troverà. Mentre cerca un modo per riprendere possesso della sua navetta, Jason si rifà vivo, non la riconosce ma ricambia i suoi sentimenti e lei non se la sente più di lasciare la Terra… anche perché potrebbe essere proprio lui la soluzione!


E' stato molto divertente scriverlo, soprattutto nei pezzi in cui è presente Michael, che ho notato essere uno dei personaggi più amati. Forse perché è ironico e irriverente? Ad ogni modo, anch'io gli sono affezionata, però l'eroe rimane Jason, bello come il sole (un mix fra un attore non molto noto e mio marito) ma un po' sfigato in amore… Feri ha tante qualità che io non ho: per esempio, è molto coraggiosa, ma anche ligia al dovere. Prima di opporsi a Drel, deve trovare un modo lecito. Ecco, io sono abbastanza ligia al dovere, ma piuttosto pecorona… Il Primo Ministro è una figura affettiva molto importante per lei, e rappresenta la colonna portante del suo mondo. Drel e Fleni sono dei cattivi forse un po' standard, un po' stereotipati, ma mi sono venuti in mente così e in un certo senso mi piacevano.
Ho dovuto trovare tante soluzioni perché il sogno non mi ha dato tutti i motivi o i retroscena: il filo logico che legasse tutti i vari avvenimenti ho dovuto metterlo io. Sarebbe stato comodo altrimenti! E ho cambiato tantissime piccole cose: se rileggo la prima stesura fa un po' ridere, soprattutto nei dialoghi… Feri all'inizio era molto più sciocca!


Hai detto che nella tua immaginazione jason è un mix tra un attore non molto noto e tuo marito... qual'è l'attore di cui hai parlato che nella tua immaginazione è Jason?




Ci sarà un seguito per questo libro?

In realtà per me questa era una storia finita, nel senso che non sapevo nemmeno se avrei continuato a scrivere dopo aver terminato il romanzo. La verità è che ci ho preso gusto, e ho cominciato a sfornare tanti racconti brevi. Per le vicende di Feri e Jason, siccome tante lettrici mi hanno chiesto cosa succederà poi, mi sono messa a pensare che in fondo ci sono diverse porte aperte ancora, alcune possibilità che si potrebbero sviluppare. E così, ho una vaga, molto vaga idea di quello che potrebbe succedere, tanto che sono a pag. 3. Ci sono delle complicazioni e si svelano alcuni tratti del passato di Vitar che non sono poi tanto edificanti, forse… non ho ancora chiaro dove voglio andare a parare, so che succede un bel marasma, chissà se riesco a risolvere la situazione!!! E' che ne ho già altri due in lista di attesa da almeno due anni: uno è a metà circa, ed è un fantasy, che però avrei dovuto scrivere dopo un altro romanzo di fantascienza con una non-storia d'amore come filo conduttore, su cui rimugino dal 2007. E i personaggi ancora non me la perdonano…


Hai detto che scrivi a tempo perso e che hai cominciato durante la maternità. Ti è sempre piaciuto scrivere o è stata una piacevole scoperta? Ti saresti aspettata di veder pubblicato un tuo romanzo?

Quando ero a scuola, i temi che mi piaceva maggiormente scrivere erano quelli "inventa una storia che inizia così", e da piccola inventavo favole per mio fratello minore e il mio cuginetto, che avevano per protagonisti degli animali. Ho sempre avuto una gran fantasia, ma non credevo fosse abbastanza per cominciare a scrivere. Dovevo anche acquisire una certa maturità, per dare logicità agli eventi e guardarli, diciamo così, da un punto di vista distaccato, altrimenti tutti i personaggi avrebbero parlato con la mia voce! Avevo quindici anni quando ho cominciato il mio primo romanzo, tuttora fermo al primo capitolo, che ho scritto e riscritto per anni. Poi ho rinunciato: o quella storia non aveva un senso, oppure non ero pronta. Forse, quando avrò terminato gli altri progetti di cui ho parlato, sarà il caso di vedere se si può salvare qualcosa!

C'è un detto che recita che nella vita bisogna fare tre cose: piantare un albero, avere un figlio e scrivere un libro. Quando è nata Elena abbiamo piantato un nespolo giapponese, che l'anno scorso ha dato i primi (dolcissimi) frutti. Quindi mi mancava il libro. Scherzi a parte, non mi sarei mai sognata di riuscire a pubblicarlo: già riuscire a scrivere una storia così lunga (so che i veri romanzi fiume sono lunghi centinaia di pagine, ma per me 168 erano già una marea!) che avesse un senso compiuto mi era sembrata un'impresa titanica. Credo che se non mi avessero incoraggiata alcune amiche scrittrici (Chiara Guidarini e Antonia Romagnoli), conosciute mentre stendevo il romanzo, non ci sarei mai arrivata. C'è voluta una certa costanza nel rifiutare le offerte con contributo, sebbene alcune fossero perfino allettanti, e una gran ricerca su internet di case editrici a cui sottoporre il manoscritto, e un bel po' di pazienza e di attesa…



A quale pubblico è rivolto il tuo libro? Qual è il messaggio che lanci al lettore?

Principalmente a un pubblico femminile fra i 14 e i 40 anni, alle eterne sognatrici e alle romanticone. Non so di preciso che cosa mi sono prefissa come messaggio: qualcuno ci ha visto la critica alla società consumista, qualcun altro un chiaro messaggio ecologista… Io credo soltanto che l'amore arrivi quando e da dove meno te lo aspetti! E che possiamo prendere tutte le contromisure che vogliamo: se gli alieni esistono e arrivano fin qui, vuol dire che sono talmente avanti come tecnologia rispetto alla nostra che non riusciremo a fermarli in nessun modo (con buona pace del secondo tempo di Indipendence day…).


Qual è il tuo romanzo preferito? quello che ti rispecchia maggiormente e che terrai sempre nel cuore??

Ci sono diversi libri che amo particolarmente: per la fantascienza, "Notturno" di Asimov e "La penultima verità" di Dick. "Orgoglio e pregiudizio" della Austin e "C'era una volta" della Christie credo rimarranno sempre indelebili nel mio cuore! Per il romanzo che mi rispecchia, facile: il mio!!! Per sua sfortuna Feri pensa con la mia testa…


Cosa senti di consigliare agli scrittori che vorrebbero vedere il loro romanzo pubblicato?? Credi sia un buon modo di farsi conoscere quello di partecipare a dei tornei letterari?

Non so se sono in grado di dare i consigli giusti, ma mi sento di raccontare come ho fatto io: le esperienze serviranno a qualcosa, almeno a condividerle! Prima di tutto, ho cercato qualcuno che mi dicesse se il romanzo avesse un senso, se c'erano cose da modificare o che proprio non quadravano. Poi ho cercato su internet le dritte per presentarsi a una casa editrice, e sono approdata al Rifugio degli Esordienti: consiglio a tutti gli aspiranti scrittori di visitarlo, è gratis e le persone che lo gestiscono sono carinissime, disponibili e molto molto in gamba! Ho seguito tutte le indicazioni, compresa quella di inviare il manoscritto in revisione ai loro lettori: il risultato è stato di conoscere nuovi amici (Chiara Guidarini e Walter Serra, anch'essi scrittori), e di migliorare nel contempo il romanzo, che si è anche arricchito di alcune pagine. Poi ho partecipato a qualche concorso, perché nel curriculum volevo mettere qualcosa di più attinente al settore letterario (fino a quel momento avrei potuto mettere solo "mamma, moglie, impiegata e cantante di pianobar", che sono tutte attività lodevoli ma non c'entrano niente coi libri…). I miei racconti sono andati bene, così il mio nome ha cominciato a circolare, e in questo modo ho ottenuto due risultati: avere qualche trascorso letterario da poter segnalare alle case editrici e fare pubblicità ai miei scritti, perché magari se piace il racconto qualcuno si incuriosisce e cerca il romanzo! La ricerca dell'editore è stata lunga, e ho dovuto avere pazienza, e probabilmente senza l'aiuto di Chiara e di Antonia Romagnoli (altra scrittrice che nel frattempo avevo conosciuto) mi sarei inchinata alle proposte con contributo. Però volevo essere pubblicata se valida, non se pagante. Ho aspettato a lungo, ma alla fine ce l'ho fatta!
Direi che bisogna leggere parecchio, ma non in fretta, studiando se possibile lo stile di chi ci piace di più; un corso di scrittura creativa, anche breve, non sarebbe male (ne ho seguito uno, gratuito, condotto da Stas Gawronsky!); è bene confrontarsi con i lettori partecipando a concorsi con i propri racconti (anche in questo caso ce ne sono tantissimi gratis, insomma si capisce che sono tirchia…) e avere tanta pazienza e soprattutto umiltà: mai pensare che la propria opera sia un capolavoro e se gli altri la pensano diversamente sono degli incompetenti! Mai pensare di essere arrivati: il bello è la strada e con chi la percorri! Non devo perdere di vista la componente ludica: è divertimento ideare una trama, è soddisfazione personale riuscire a scrivere la parola "Fine", è meraviglioso incontrare nuove amiche con cui condividere dubbi, sconfitte, vittorie! Io sono appena partita, vedremo se saprò migliorare, continuare o se questo rimarrà il mio primo e ultimo romanzo! Di sicuro non sono ancora una scrittrice, ma ce la sto mettendo tutta!

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