l'intervista di oggi è stata fatta ad Alessandro Marchi che ha esordito con il libro Parada Opera edito da Mauro Pagliai Editore.
Trama:
Un giornalista italiano vive in Spagna fin da bambino. Innamorato dell'Andalusia, e avviato nella professione, decide di raccontare gli sporchi intrecci fra politica e affari nella Marbella degli anni Novanta. Gli costerà caro: verrà isolato e schiacciato psicologicamente. Sarà vittima di una campagna denigratoria che gli farà perdere la fiducia in se stesso, e l'amore per il lavoro. Forzato a trasferirsi a Madrid, si lascerà vivere fra eccessi e frustrazione professionale. Ogni mattina si sveglierà insoddisfatto di essere diventato una persona gretta e insensibile. Passerà anni cercando di scrivere un libro, oggetto misterioso di cui tutti gli amici hanno sentito senza mai vederlo. Avrà la fortuna, però, di conoscere una donna per la quale valga la pena sforzarsi di migliorare. Con estrema naturalezza, il giornalista verrà condotto da Sofia fuori dalla spirale di abbrutimento e aridità affettiva che aveva contraddistinto la sua vita nella capitale spagnola. Inizieranno un idillio fatto di cose semplici, piaceri veri, passione bruciante, e decisioni difficili. Anche il libro sembrerà sul punto di venire pubblicato.
Ciao Alessandro benvenuto nel mio blog Italian Emerging Writers ti va di presentarti al pubblico? Parlaci un po’ di te.
Qui si comincia subito con le domande difficili… Come quando chiedono di presentare il proprio libro… Credo che per l’autore sia davvero complicato! Che posso dire… Sono entrato in quel decennio che porta agli ---anta (ma la testa è ferma a quota 23); vivo a Bologna, dove sono nato. Ho trascorso un periodo della mia vita a Salamanca, in Spagna, cruciale per il mio sviluppo. Da una decina di anni mi occupo di giornalismo e comunicazione, anche se non ho ancora trovato il contesto ideale nel quale farlo.
Come è nata la tua passione per la scrittura? E' una cosa che fai da quando sei piccolo o è maturata con il tempo?
Credo di poter dire che sia maturata col tempo. In effetti ricordo che da piccolo, quando si facevano i temi in classe, ero ossessionato dalla lunghezza. Adoravo quindi le situazioni nelle quali fosse possibile allungare il brodo con elenchi di cose: prendevano spazio e non comportavano sforzo. E così facevo paginate piene di sostantivi separati da virgole. Crescendo, ho notato che i temi in classe erano diventati per me l’equivalente di qualche ora di riposo: non facevo nessuna fatica e andavano bene lo stesso. Una volta passato all’Università non ho scritto quasi più nulla, salvo poi ritrovarmi a confronto con la stesura della tesi. Lì mi resi conto che in testa mi si era strutturata una tesi leggibile (la trovate su http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=10138 ) senza troppi sforzi. Un paio di anni dopo il mio professore mi disse che s’era messo a leggerla, e che l’aveva trovata scorrevole. Non mi fermai a
domandarmi perché non l’avesse letta prima, mi limitai a raccogliere il complimento. Ma ancora non ero pronto per scrivere qualcosa di completo di mia iniziativa. Ci sarebbero voluti ancora anni.
Ci parli un po’ del libro Parada Ópera? Quando ti è venuta l'ispirazione?
In un lento processo è arrivato il momento in cui ho pensato che fosse il caso di provare a fare qualcosa di diverso, qualcosa di mio. Per anni avevo preso appunti su foglietti volanti poi, nel 2008, decisi che era maturo il tempo per trascriverli su computer. Sono stati la scintilla per farmi immaginare un lavoro completo, nient’altro: di quello che avevo scritto in Parada Ópera rimane pochissimo, forse nulla. Parlare di ispirazione forse è fuorviante: è stata quasi una necessità. Se ci ripenso, credo che avrei dovuto provarci già cinque o sei anni prima. Forse sarebbe uscito qualcosa di peggio, ma avrei rotto il ghiaccio.
Come mai scegli il genere sentimentale? È stata una cosa voluta (nel senso che ti piace il genere e hai voluto scriverci un libro) oppure è stato puramente casuale?
Non so se si possa definire Parada Ópera un romanzo sentimentale. Forse sì, perché i sentimenti sono quelli che muovono il mondo. In questo senso, sì. Comunque della storia avevo in mente il finale e due
o tre passaggi, quelli fondamentali, nient’altro.
Il protagonista del romanzo (di cui non viene detto il nome) è arrivato alla soglia dei 40 anni e non sa ancora cosa fare della sua vita. Nella sua disperazione si crogiola tra alcool e fumo. Perché scegli questo tipo di uomo come protagonista del romanzo?
Perché vedo nei momenti di passaggio le maggiori difficoltà, sia per gli uomini che per le donne. Se non si ha in testa un piano ben chiaro, un obiettivo, sbandare è questione di un attimo. Che il protagonista di crogioli in una vita di vizi, è solo una delle reazioni possibili. Altri prendono psicofarmaci, altri si rifugiano nel lavoro, altri si drogano di beni materiali, qualcuno domanda a terzi la scelta del proprio destino – pregando magari. Ognuno ha la sua maniera di reagire alle situazioni di difficoltà o di indecisione. Se poi non si fa una scelta, ci si lascia vivere e basta. Il che può anche essere accettabile… Ma non auspicabile.
Quanto c'è di autobiografico nel tuo libro? Per alcuni aspetti credi di assomigliare al tuo protagonista?
Molto poco. Il protagonista NON è Alessandro Marchi. C’è la Spagna, sicuramente erede della mia permanenza là. Ci sono alcuni dettagli nei comportamenti del protagonista o di altri personaggi, ma nulla di
rilevante. La bicicletta del protagonista, ad esempio, è la mia. Cose piccole, di questo genere. Col protagonista ho in comune il fatto di sentirmi in una fase di passaggio. Ho ancora quasi dieci anni davanti, prima di arrivare alla sua età. Spero che i 40 non mi colgano impreparato.
Perché scegli di ambientare il tuo romanzo in Spagna? Qualche motivo in particolare?
Era una delle poche certezze del libro, quella che sarebbe stato ambientato in Spagna. Volevo raccontare e far sentire l’atmosfera di un Paese che mi piace moltissimo. Poi, leggendo il finale, dove altro avrebbe potuto essere ambientato?
Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo che il tuo romanzo sarebbe stato pubblicato?
È stato un processo così lungo, quello di trovare un editore che non fosse a pagamento, che non ricordo di avere avuto il tempo di gioire. Quando firmai erano passati nove mesi da quando avevo iniziato a spedire il libro alle case editrici. Una vera e propria gestazione. E poi io sono fatto così: appena raggiungo un obiettivo penso subito a quello successivo. Nello specifico, come presentare il libro, come creare il sito,… Mi ricordo però che mi fece un certo effetto quando ebbi il libro stampato in mano.
Qual è il tuo processo creativo? Fai qualcosa in particolare mentre scrivi?
Se veramente sento di voler scrivere parecchio, spengo il cellulare e cerco di non avere impegni che possano distrarmi. Comunque scrivendo questo libro mi sono chiarito una cosa: con la sola ispirazione non si va da nessuna parte. L’ispirazione vale il 5% dell’opera, il resto è lavoro operaio. Bisogna mettersi davanti al computer per qualche ora al giorno, comunque. Tutti i giorni, se possibile. Se non esce niente,
rileggere e migliorare lo scritto. Serve tanto olio di gomito per scrivere un romanzo strutturato, con il genio si può avere l’idea ma non si porta a compimento un’opera intera.
Stai lavorando ad altri progetti letterari?
Sì. Nel 2009, per cause lavorative, non ho scritto che qualche racconto, con i quali comunque mi sono tolto delle soddisfazioni. Nel 2010 invece mi sono messo di impegno per portare a compimento un romanzo che avevo abbozzato (poche pagine, a dire il vero) mentre stavo terminando Parada Ópera. Ce l’ho fatta, e ora è in concorso in un Premio Letterario.
Quali sono gli scrittori che preferisci? Perché?
Mi piacciono gli scrittori che raccontano delle storie, anche piccole. Anzi, meglio se piccole e realistiche. Non amo molto ciò che non è verosimile, e ancor meno i kolossal letterari. Quindi nel solco di questa idea ci stanno benissimo gli americani di vecchia generazione: Fante, Steinbeck, Carver, per fare nomi. Poi adoro scoprire l’Asia in compagni di Tiziano Terzani.
Cosa ne pensi del panorama editoriale italiano e in particolar modo quello legato agli scrittori emergenti?
Penso che sia molto triste che la letteratura sia così costantemente confusa col mercato. Comunque, succede in generale per l’arte. Solo che, non so perché, ma a scrivere ci provano davvero tutti e quindi si
crea un intasamento. Constato un fastidioso parallelo con la professione di comunicatore: chiunque crede di poterlo fare, anche se non ne ha le basi, la formazione, le capacità. Eppure mi domando: io mi azzarderei mai ad andare a progettare un ponte senza essere un ingegnere? No! E allora, perché chiunque crede di potersi dedicare alla comunicazione? In qualche modo questo lo ritrovo anche nella letteratura. Così ci troviamo con calciatori, cantanti, attori, pornostar e compagnia bella che affollano le librerie coi propri volumi, togliendo spazio agli scrittori. E lo fanno con grande successo, visto che basta il nome e la copertina per vendere, non il contenuto. È una situazione che soffoca il mercato degli esordienti, perché è ovvio che le librerie non facciano poi tanta distinzione sulla qualità del libro che le tiene in vita: se sono certi di vendere 1000 copie di Totti o Cassano, chi le obbliga a rischiare di esporre 100 opere diverse di esordienti, col rischio di avere molto invenduto? È un processo che diventa sempre più grave, ancora di più con la scomparsa delle librerie indipendenti. Ora si tendono ad avere pochi titoli in negozio, più o meno sempre gli stessi, più o meno delle stesse case editrici. Se sei un autore di quelle case godi, altrimenti
stai fresco.
A breve farai qualche presentazione del romanzo?
Ne ho già fatte cinque, e credo che per ora possano bastare. Della situazione che ti ho descritto nella risposta precedente, ne risentono anche le presentazioni: le librerie vogliono nomi famosi, grandi case
editrici e tante copie vendute. Molto spesso con un ragionamento estremamente miope: grande autore = tante copie vendute in quel giorno. E spesso poi non è così, perché il libro famoso è già stato acquistato, o perché il grande autore è alla trentesima presentazione. Un esordiente, invece, specie se alla prima, si impegna al 110% per chiamare chiunque e frequentemente i parenti gli danno una mano comprando una copia. La mia prima, a dicembre ad una Libreria Coop, ha totalizzato una quarantina di copie vendute. Non male, credo. Ho dovuto sgomitare molto per trovare alcuni spazi, e devo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato a farlo. Mi sono sempre divertito molto alle presentazioni.
Dove possiamo acquistare il tuo romanzo?
Consiglio caldamente di comprarlo via internet. In libreria è stato ben distribuito nei mesi immediatamente successivi la pubblicazione (ottobre 2009), ma ora non credo si trovi, tranne che a Bologna. Comunque qualunque libreria lo ordina, su richiesta. Sul web lo potete acquistare sul sito della Casa Editrice Mauro
Pagliai (http://www.mauropagliai.it/asp/sl.asp?id=4867), col 15% di sconto, oppure su IBS.it
(http://www.ibs.it/code/9788856400816/marchi-alessandro/parada-opera.html), su Bol.it (http://www.bol.it/libri/Parada-opera/Alessandro-Marchi/ea978885640081/), su Libreriauniversitaria.it
(http://www.libreriauniversitaria.it/parada-opera-marchi-alessandro-mauro/libro/9788856400816), su Webster.it (http://www.webster.it/libri-parada_opera_marchi_alessandro_mauro-9788856400816.htm) su Ciao.it (http://www.ciao.it/Parada_opera_Alessandro_Marchi__1782276),… C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Hai siti o blog dove possiamo seguirti?
Il mio sito è www.alessandromarchi.eu Ha un aspetto un po’ strano…Riproduce la piantina della metropolitana di Madrid che è una vera e propria guida spaziale all’interno del romanzo: i personaggi si
spostano sempre in metropolitana, e il titolo viene proprio da lì. Parada Ópera non è altro che la fermata del teatro dell’Opera di Madrid, dove avviene una delle scene principali del libro. Dentro ci si può muovere cercando i prossimi appuntamenti con presentazioni o concorsi, ce la rassegna stampa e le recensioni sul libro, ci sono le foto dei luoghi di Madrid dove il romanzo si sviluppa, c’è una piccola micro-intervista, ci sono tutti i link alle mie pagine sui social network e ai siti dove acquistare il libro.
Questa era l'ultima domanda vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Sì! Se qualcuno è punto dalla curiosità di leggere Parada Ópera, che lo compri adesso! Subito! Che clicchi su uno dei link e lo ordini! Per esperienza so che aspettare non può portare altro che a dire… “un giorno poi lo ordino… un giorno poi lo leggerò in biblioteca…”. Può essere, ma più probabilmente non lo leggerete mai. E questo, per un esordiente, equivale ad una condanna. So che per tutti è un momento difficile, che ogni euro vale tanto. È vero, senz’altro. Ma riuscite ad immaginare un modo migliore di spendere 11 €? Una pizza e una birra? Forse. Un cinema e pop-corn piccoli? Un cd non proprio recentissimo? Con l’editore ci siamo impegnati perché il prezzo fosse il più contenuto possibile e, considerato la carta e la cura della copertina, mi ritengo soddisfatto. Ah, un’ultima cosa: mi piacerebbe molto che ogni lettore mi scrivesse (paradaopera@gmail.com) una sua opinione, e che postasse anche una recensione su Anobii.com.
Grazie Alessandra, e grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere sin qui!
Ringrazio io invece Alessandro per la disponibilità che mi ha concesso e per essere stato ospite qui da me. Per ultima cosa anche io consiglio il libro di questo autore esordiente e auguro anche in bocca al lupo ad Alessandro per il concorso.
Alessandra
4 commenti:
C'è qualche problema di formattazione O_o però bella intervista!
Quali?? Ho anche riletto e mi pareva di aver sistemato... ^^'
Ci sono tantissimi a capo che spezzano la frase a metà!
ho cercato di sistemare però alcune frasi che nella bozza sono tutte messe bene quando si pubblicano vanno a capo perciò non dipende da me..
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